Regione Marche
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interpretazioni pedologiche

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La conoscenza delle caratteristiche e del comportamento dei suoli, rappresenta una base fondamentale per una migliore gestione del territorio nei diversi ambiti: agrario forestale, socio economico ed ambientale.
La disponibilità di dati ed informazioni pedologiche incrociati con dati ambientali, forniscono delle valide indicazioni per una più corretta utilizzazione del suolo e delle altre risorse naturali, preservandole da fenomeni di degrado.
L’interpretazione dei dati pedologici e delle cartografie derivate mediante l’applicazione di modelli previsionali, consentono inoltre la valutazione delle attitudini dei suoli (capacità d’uso agricolo e forestale ecc.), e delle loro limitazioni (vulnerabilità) guidando l’uso verso pratiche più attente e razionali.

Di seguito si riassumono le principali applicazioni delle conoscenze pedologiche nel settore agroforestale:

  1. Assistenza e supporto agli organi decisionali
  2. Assistenza e supporto alle imprese agricole
  3. Pianificazione del territorio e difesa del suolo
  4. Supporto alle attività agro-forestali
  5. Piani di fertilizzazione
  6. Bilanci idrici ed irrigazione
  7. Capacità protettiva dei suoli nei confronti dell’inquinamento idrico
  8. Utilizzo dei reflui zootecnici

1. Assistenza e supporto agli organi decisionali

  • Attuazione delle politiche agro-forestali ambientali e della sanità incentivate da normative regionali nazionali e comunitarie;
  • Attuazione Politica Agraria Comune; 
  • Applicazione della Condizionalità
  • Attivazione Piano Sviluppo Rurale; 
  • Programmazione degli interventi pubblici in tema di difesa del suolo e salvaguardia delle risorse idriche; 
  • Pianificazione del territorio sulla base delle reali potenzialità di sviluppo ed attraverso strategie di gestione eco-compatibile delle risorse.

 

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2.Assistenza e supporto alle imprese agricole

 

  • Scelte colturali;
  • Piani di concimazione; 
  • Gestione irrigazione ; 
  • Lavorazione agrarie; 
  • Tecniche a basso impatto; 
  • Tecniche di agricoltura biologica.

 

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3.Pianificazione del territorio e difesa del suolo

Numerosi sono i significati attribuiti alla parola “territorio”, spesso viene utilizzata per agganciare volontà politiche, strategie di sviluppo, iniziative ed attività economiche a reali spazi geografici.
Per caratterizzare un territorio è indispensabile riferirsi ad un insieme di fattori naturali, umani e socio economici, collegati tra di loro da interazioni molto complesse. Per descrivere e studiare le strategie di pianificazione di un territorio è quindi indispensabile comprendere le interazioni esistenti fra le diverse componenti attraverso un approccio interdisciplinare. Non tener conto di ciò, nella gestione di un territorio, potrebbe aumentare il degrado delle risorse naturali, determinare perdite progressive di attività economiche tradizionali e potenziali, infine rendere inefficaci le strategie di tutela.
In questo contesto la conoscenza e la corretta gestione dei suoli rappresentano una necessità irrinunciabile per migliorare e conservare l’ambiente, per un’utilizzazione attenta delle risorse che ne garantisca una fruizione attuale e futura, per uno sviluppo economico diffuso ed ecocompatibile.
L’interpretazione del valore dei suoli e delle loro potenzialità d’uso nell’ambito di specifici ecosistemi sono alla base di una corretta valutazione delle potenzialità e delle naturali attitudini di un territorio verso usi specifici. Tali valutazioni rivolte ad attività agricole e non agricole, possono conciliare esigenze di ordine economico e produttivo ed esigenze di conservazione, tutela e gestione attiva delle risorse territoriali.

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4. Supporto alle attività forestali

Il suolo è uno dei principali fattori che determinano le caratteristiche ecologiche dei vari ambienti interessati dalle attività forestali. Ogni ambiente forestale determina per le specie presenti specifiche condizioni di vita e sviluppo. La conoscenza di tali correlazioni tra le condizioni ecologiche e le esigenze di sviluppo delle diverse essenze forestali sono di estrema importanza per la corretta applicazione delle tecniche selvicolturali e per ottenere i migliori risultati di crescita e di produzione.
La conoscenza delle caratteristiche ecologiche delle aree forestali è fondamentale oltre che per l’ottenimento dei migliori risultati dalle attività produttive, per garantire nel tempo il giusto equilibrio tra salvaguardia delle risorse naturali e attività agro-forestali. Tali informazioni sono infatti di valido ausilio per la gestione delle aree di produzione di sementi di base per la vivaistica, per l’attività di vivaio vera e propria, per la definizione dei piani di rimboschimento, per la gestione degli impianti di arboricoltura da legno, per la tartuficotura ecc.
A questo proposito, la conoscenza delle caratteristiche pedologiche ed ambientali del territorio regionale puntano a riprodurre materiale vivaistico originario del territorio marchigiano, al reinserimento delle piantine prodotte in ambienti con caratteristiche pedoclimatiche simili all’area di provenienza, al mantenimento delle condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo delle specie forestali, alla conservazione del patrimonio genetico delle popolazioni forestali presenti nel territorio marchigiano. Particolare importanza assume la conoscenza dei suoli per il mantenimento in produzione delle tartufaie naturali, per la progettazione e realizzazione di tartufaie artificiali, per la razionalizzazione delle tecniche agronomiche adottate.

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5. Piani di fertilizzazione

Per la redazione dei piani di fertilizzazione, come è noto, ci si avvale delle analisi di laboratorio che descrivono le caratteristiche del terreno agrario (orizzonte superficiale o top soil) come ad esempio la tessitura, la dotazione di elementi nutritivi ecc. Sulla base di queste conoscenze, delle caratteristiche fisiologiche delle coltivazioni, dei relativi livelli produttivi raggiungibili, ogni imprenditore agricolo redige la propria strategia di fertilizzazione nella conduzione ordinaria delle propria azienda.
La cartografia dei suoli e le informazioni ad essa collegate contribuiscono ad integrare le conoscenze pedologiche attraverso la descrizione di tutti gli strati che compongono il suolo (orizzonti), dei processi pedogenetici che ne hanno determinato l’origine, della loro distribuzione nello spazio. La descrizione e la conoscenza di tali caratteristiche portano ad un sensibile miglioramento delle strategie di fertilizzazione che, oltre al semplice bilancio tra elementi nutritivi necessari e disponibili, potranno considerare anche i processi naturali che regolano i rapporti tra suolo, pianta e le altre componenti ambientali specifiche per il territorio in cui si opera.
La consultazione dei documenti cartografici, partendo dal presupposto che ogni piano di fertilizzazione deve essere riferito ad uno specifico ambiente di coltivazione, è particolarmente utile già nelle fasi preliminari, quando è necessario individuare all’interno della propria azienda gli appezzamenti omogenei dal punto di vista pedologico e del comportamento agronomico e di conseguenza impostare il prelievo dei campioni di suolo da analizzare. In questa fase è possibile infatti formulare una prima ipotesi sulle caratteristiche dei suoli che è possibile trovare nella propria azienda, sulla loro distribuzione e sulle loro proprietà. A questo proposito, precisando che saranno comunque necessarie delle analisi di dettaglio, l’informazione geografica dei suoli può contribuire ad una riduzione delle determinazioni analitiche da effettuare in laboratorio. Questo è possibile per le caratteristiche poco influenzate dalle pratiche agronomiche e che non si modificano in modo significativo in brevi periodi (tessitura, pH, calcare totale, ecc.).
Il miglioramento delle tecniche di fertilizzazione, ottenibile anche attraverso le maggiori conoscenze pedologiche, assume un ruolo strategico per lo sviluppo dell’agricoltura regionale in considerazione dei migliori risultati economici ottenibili dalle imprese ed in funzione delle maggiori garanzie di salvaguardia e conservazione delle risorse naturali coinvolte.

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6. Bilanci idrici ed irrigazione

L’acqua, come il suolo, rappresenta per la vita dell’uomo un bene prezioso da utilizzare nel migliore dei modi evitando sprechi, ottimizzandone l’uso e soprattutto evitando fenomeni di degrado. In questa fase storica a tutti i livelli istituzionali si propongono e realizzano varie strategie per l’uso sostenibile di tale risorsa. Anche l’agricoltura è chiamata, al pari di altri settori produttivi, ad un maggiore impegno nel risparmio idrico e nell’uso razionale dell’acqua. Il risparmio idrico in agricoltura, sia che si tratti dell’acqua naturalmente a disposizione delle piante o dell’acqua d’irrigazione, non ha una sola soluzione ma è legata a più azioni, che per avere i buoni risultati attesi devono essere integrate tra di loro. Nella coltivazione in “asciutta” è fondamentale l’adozione di tecniche in grado di esaltare le disponibilità idriche naturali rappresentate dalle piogge o dalle falde superficiali, uniche fonti d’acqua per le piante coltivate. In questo caso le conoscenze pedologiche contribuiscono a descrivere i rapporti esistenti tra suolo, acqua e atmosfera e a valutare l’effettiva capacità delle tecniche adottate per risparmiare le riserve idriche necessarie per le piante. Le tecniche di coltivazione in asciutta puntano all’aumento delle disponibilità idriche naturali, alla riduzione delle perdite inutili o non produttive d’acqua, alla migliore utilizzazione di quella disponibile.
Anche nel caso delle coltivazioni irrigate, per utilizzare l’acqua in modo efficace e senza sprechi, sono necessarie consolidate conoscenze sull’ambiente in cui si opera, sulla risposta delle coltivazioni all’irrigazione, sui consumi idrici delle piante, sulla loro sensibilità agli stress idrici nelle varie fasi vegetative del ciclo colturale. La scelta di appropriate tecniche irrigue dipende dall’ambiente pedologico in cui si opera e quindi dalle caratteristiche idrologiche dei suoli presenti: permeabilità, capacità di campo, punto di appassimento, acqua trattenuta dal suolo e disponibile per le piante ecc. Tali caratteristiche funzionali derivano da specifiche variabili dei suoli come la tessitura, il contenuto in scheletro, la sostanza organica, profondità del suolo esplorabile dalle radici. Il contenuto idrico dei suoli è a sua volta influenzato dai valori di precipitazione e di evapotraspirazione che vengono registrati nel periodo di coltivazione e sono distintivi di ogni ambiente.
Il supporto dell’informazione pedologica per un’irrigazione economica e per un’ottimizzazione dell’uso dell’acqua, consiste nell’agevolare la scelta di quando, quanto e come irrigare.
La prima scelta, condizionata dalle altre due, punta ad individuare, nel corso della stagione di coltivazione, il momento nel quale l’intervento irriguo potrà determinare il massimo incremento produttivo. La seconda, riguarda l’obiettivo di ottimizzare la quantità d’acqua che verrà impiegata ad ogni intervento irriguo. A questo riguardo, il calcolo dei volumi irrigui è determinato principalmente dalla capacità dei suoli a trattenere acqua, dalla loro profondità, dai metodi e sistemi irrigui adottati. .
Il volume ottimale per l’intervento irriguo è stabilito, sulla base di specifici dati pedologici, ambientali e colturali ed attraverso precise operazioni di calcolo (bilancio idrico delle colture) che stimano giorno per giorno la quantità di acqua presente nel suolo esplorato dalle radici.

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7. Capacità protettiva dei suoli nei confronti dell’inquinamento idrico

Il suolo svolge un ruolo fondamentale nelle dinamiche dell’acqua e dei nutrienti nel complesso sistema acqua-terreno-coltura-substrato. Questo perché, a causa della sua natura, morfologia ed efficienza, è in grado di determinare il destino di gran parte delle acque percolanti e di quelle ruscellanti. Inoltre interviene nel deposito, scambio, raccolta di sostanze indesiderate di origine antropica o naturali, supporta gli interventi di salvaguardia e recupero di siti danneggiati.
Sempre maggiore è il ricorso a modelli matematici che simulano i processi che avvengono nella conduzione dei sistemi colturali, fornendo stime numeriche delle dinamiche idriche e dei nutrienti che avvengono nel suolo. I flussi in uscita dal suolo per percolazione verticale tendono potenzialmente a raggiungere le acque di falda, i flussi per scorrimento orizzontale tendono potenzialmente a raggiungere le acque superficiali.
Tali simulazioni sono di valido aiuto nella pianificazione territoriale e nelle valutazioni di impatto ambientale perché consentono di prevedere l’impatto delle attività agricole e produttive in genere sulle risorse naturali, in funzione delle caratteristiche intrinseche del suolo e delle altre componenti ambientali.
Queste informazioni consentono di delimitare aree che, per caratteristiche intrinseche ambientali, dimostrano una particolare attitudine alla contaminazione delle acque da prodotti di origine antropica. In questo caso il suolo può rappresentare un fattore di protezione nei confronti dell’inquinamento delle acque superficiali e profonde e la sua capacità protettiva varia in funzione delle sue proprietà fisiche chimiche e biologiche.
La conoscenza di tali proprietà consentono di valutare l’effettivo rischio di contaminazione delle acque da attività agricola e, a seconda dei casi, formulare ipotesi alternative di ordinamenti colturali e tecniche agronomiche che nel contesto delle caratteristiche pedoclimatiche in esame siano in grado di limitare o annullare tale rischio.

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8. Utilizzo dei reflui zootecnici

La gestione dell’utilizzo dei refluii zootecnici non rappresenta per la Regione Marche una problematica rilevante data la forte riduzione del patrimonio zootecnico registrata nell’ultimo decennio. Ove disponibile, l’utilizzo dei reflui zootecnici, rappresenta comunque una valida tecnica di fertilizzazione per apportare al suolo elementi nutritivi e sostanza organica. In questo caso le conoscenze dei suoli aiutano a stabilire la loro “capacità recettiva” di liquami zootecnici, ed a predisporre un adeguato piano di utilizzazione agronomica (PUA) al fine di evitare rischi di contaminazione delle falde acquifere.
Il piano di utilizzazione agronomica dei liquami zootecnici mira al conseguimento della massima efficienza fertilizzante e nel contempo valuta i rischi di inquinamento delle acque superficiali e delle falde.

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